Tra impegno e poesia

Tra impegno e poesia1

Capace di scoprire nuovi simboli per interpretare al meglio il sentimento del suo tempo, Edoardo è stato anche in poesia guida riconosciuta di tanti; perciò si vorrebbero dire di lui quelle cose che teniamo in serbo per i maestri, per coloro cha hanno saputo orientare con le loro opere la nostra visione del mondo. Sempre i versi dei poeti alimentano il nostro pensiero e contribuiscono a tessere la trama delicata dei nostri sogni. La forza evocativa di una parola, la bellezza di un’immagine, la sobria semplicità di una frase, a volte hanno il grande potere di riflettere l’Infinito; e se noi sappiamo coglierle e sostenerle con la massima apertura d’animo, allora possono essere d’aiuto anche alla nostra personale ricerca della realtà segreta e unica dell’esistenza.

La poesia del colore Poesia e infanzia r Una rocca nel bosco r Spazi turchini r Dell'anima e della memoria r Tra impegno e poesia1

 

  

 

TRA IMPEGNO E POESIA

 

Non è facile interpretare con esattezza il significato di una vicenda umana ed artistica, tanto più se variegata e complessa come quella di Edoardo Fontanazza, che nell’arco della sua esistenza è stato contadino e artigiano, maestro e pedagogo, pittore e saggista. Ma la sua estrema sensibilità, l’interesse per l’interiorità, la passione per le verità etiche e sociali hanno fatto di lui anche un vero poeta, capace con l’immaginazione di vedere il mondo come non è, e con il linguaggio poetico di trasmettere e generare una realtà. 

Egli, pur restando sempre legato alla concretezza del momento storico in cui agisce, risentirà sempre del mondo rurale d’origine, linfa vitale di quella creatività che lo porterà alla conoscenza intima di se stesso e delle proprie dinamiche interiori. Da qui la sua capacità di continua mediazione fra lingua parlata e lingua scritta, fra necessità e desiderio, fra tradizione e mondo moderno.

Fin dagli esordi, la sua poesia si distinguerà per la freschezza dei sentimenti, la forte musicalità e per un’intensa vena di sensualità atta a rappresentare la realtà esterna con immagini dal respiro risoluto. Lo stesso respiro risoluto della terra in cui è cresciuto: bella di rupi, di fiumi e del mitico lago di Pergusa, carne e sangue della sua ispirazione; terra ricca di paesaggi aspri e selvaggi “sotto stelle accese di purezza in pleniluni di miele”, significante metafora della vastità e indivisibilità del cosmo.

“La mia poesia non potrebbe esistere senza i luoghi della mia infanzia, la mia città, la sua storia antica”, soleva dire Edoardo parlando di Enna e dell’altipiano in cui sorge, “che solo ha volumi d’esistenza”. Infatti, per tutto questo egli sentirà sempre un richiamo prepotente, anche quando sarà costretto a partire per iniziare la sua carriera di maestro e di direttore didattico in provincia di Bergamo, dove vivrà importanti esperienze artistiche e professionali che gli daranno notorietà e l’occasione di affinare ancor più il suo già fervido ingegno.  

L’amore per la natura da un lato, la sofferta partecipazione ai drammi del suo tempo e la profonda religiosità dall’altro, saranno i principali temi trattati nella sua opera, che riflette fedelmente una dialettica costante – e mai risolta – tra impegno politico e poesia, tra imperativo morale e libertà estetica, tra osservazione illuminata e rivendicazione della propria parte nel mondo.

Ma per quello che ci è dato conoscere della sua produzione – di raro formalizzata con pubblicazioni – almeno un’altra cosa è possibile affermare con certezza su Edoardo poeta: egli ha sempre rifiutato la concezione formalistica del dire poetico, che negli anni della sua giovinezza, in Italia e in Europa, caratterizzò alcune esperienze moderniste.

Per Edoardo la poesia è genuina espressione della vita, quindi il rifiuto per l’astrazione e per l’eliotiano canone dell’impersonalità e l’adesione, invece, a un’idea d’arte che nasce da un’apertura emotiva incondizionata, “in grado di fare cogliere lampi di verità all’essere fattosi parola”.

Se dunque la poesia rispecchia la persona del poeta, allora non c’è nessun dubbio sull’importanza del dato biografico di Edoardo, che entrato nella vita segnato dalle umili origini, ben presto è stato capace di sollevarsi fino ad altezze insperate, realizzando la sua insopprimibile vocazione di uomo e di artista dalla voce inconfondibile. Non voce di rassegnazione, né di personale astio nei riguardi di regole sociali ingiuste; non sterile ribellismo, né vuota nostalgia del passato, ma ininterrotta esortazione a pensare ed agire, nel tentativo di migliorare il mondo in cui ci è dato di vivere. In fondo è qui, nel continuo volgersi verso i segni labili ma confortanti di un Eden perduto, la persistente vitalità dell’ispirazione poetica di Edoardo, ben rappresentata dai seguenti versi: "Da tempo tutto so oltre / le stelle: / vedo i firmamenti / e gli astri infiniti / in un mare immenso / dell’universa vita, / vedo le luci nate d’improvviso / che parlano di Dio / e intelligenze e cori / che corrono in silenzi siderali / e si posano sugli eterei corpi / per la vita che abita nei cieli; / e piante e animali ed esseri / strani a me parlano d’amore / in un canto che l’anima / nutre con abbraccio profondo”.

Per quanto il tema della sua poesia sia aperto all’infinito, è dalle considerazioni appena accennate che bisogna muovere per comprendere l’opera artistica di Edoardo Fontanazza, sempre vibrante d’intelligenza e passione. Talora, per la sua bocca parla qualcosa che è più di lui stesso, e   via via che la sua poetica si consolida, l’io lirico “si fa centro d’irradiazione e luogo nel quale il fenomenico viene non solo percepito ma anche ricreato di continuo”, alla maniera dei grandi poeti romantici...

Pino Bevilacqua