SPAZI TURCHINI
L'attività con i “Bambini del Laboratorio di Poesia” è stata per me un'esperienza interessante, per via dei numerosi aspetti culturali ed intellettivi coinvolti, e per i valori affettivi e spirituali che sono fluiti spontaneamente – come acqua di fonte – dai protagonisti, a quest’età proiettati alla conquista di sé e alla formazione di un'identità critica in un mondo ogni giorno più complesso.
Inizialmente non ero certo di riuscire ad instaurare la giusta comunicazione, ma dopo i primi incontri mi sono subito reso conto che i piccoli allievi puntavano a qualcosa di nuovo e diverso, in quanto abilmente preparati dagli insegnanti dei moduli. Era stata loro l’idea di un percorso di formazione in nome della poesia, in sintonia con la mia idea di poesia: ossia di un'attività inutile dal punto di vista della produzione di qualcosa di tangibile, ma al tempo stesso efficace per ciò che ci restituisce in termini di conoscenza.
I Bambini del Laboratorio mostrarono subito una vivacità prorompente, una spiccata attitudine a conversare, tipica di chi punta ardentemente alla propria crescita personale e sociale. Sempre, durante gli incontri, essi volevano ‘offrire e ricevere’, desiderosi d'esprimersi sui diversi temi della vita, che non è possibile separare dall'arte. Anche la poesia, dunque, col suo intreccio fecondo tra 'arte e vita' poteva insegnargli molto, fermo restando l'interesse per altre attività e per i valori dominanti della nostra cultura.
Momenti di studio e di ricerca, lettura di poesie, visite guidate in ambienti cittadini, hanno costituito le tappe fondamentali di un cammino per gradi, tendente a seminare la consapevolezza che “la poesia è una via verso la scoperta di sè stessi”. In tutti i poeti in erba, oltre alla manifesta propensione alla poesia, ben presto si rafforzò anche la dimensione comunicativo–relazionale, attraverso cui ognuno cercava di affermare la propria volontà di ‘essere nel mondo’.
Il passo successivo fu breve, e l'esperienza sfociò negli elaborati che hanno dato vita alla presente raccolta: impressioni, sentimenti, note diaristiche, fantasie e speranze sempre sostenuti da fresca ispirazione. Pur con i limiti che le opere presentano, ugualmente, in molte di esse è possibile cogliere immagini insolite, faville di originalità stilistica, capacità di comunicare intensi stati d'animo. Quello che viene descritto è prevalentemente un mondo fatto di bellezza e di amore. Chiaro emerge il desiderio di pace, di gioia, di sicurezza. Il passato, di cui hanno sentito parlare nostalgicamente, viene immaginato come un tempo felice.
Parole semplici e vere quelle dei Bambini del Laboratorio, che scendono nei recessi delle anime disincantate di noi adulti, evocandoci qualcosa che abbiamo posseduto e che, a cagione del nostro stile di vita dominato dall'idea di un progresso senza limiti, in gran parte è andato perduto. Ma “se ogni cosa che è diviene e resta”, allora, anche i semi di questa esperienza daranno i loro frutti nei protagonisti che l'hanno vissuta, sperando che ciò avvenga nella direzione di un nuovo umanesimo da più parti invocato.
Intanto la poesia continuerà a muoversi verso la luce e sempre procurerà piacere all'uomo, aiutandolo a comprendere che lo Spirito si rivela tra le cose di questo mondo; soprattutto tra quelle più semplici e più umili, come questo Laboratorio di Poesia durante il quale i bambini, coi loro giochi e i loro sorrisi, con la loro spensieratezza e la capacità d'emozionarsi davanti a un fiore in boccio, a una donna in preghiera, a una rondine in volo verso spazi turchini, ancor di più mi hanno convinto che “il segreto della vita è la gioia!”.
Pino Bevilacqua