Ad un passo dalla luna

 

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"Ad un passo dalla luna" è un libro insolito: semplice, delicato, profondo, a tratti ingenuo,
ma sempre sorretto da grande sensibilità e freschezza d’ispirazione.
Un viaggio luminoso nel mondo dell’infanzia, realistico e immaginifico a un tempo,
che riporta alla luce eventi, sentimenti, persone, luoghi ed emozioni
in una scoperta ricca di tenerezza e di trepidante meraviglia.

 
"Passato! Futuro! Io procedo / nel presente portandomi / nel volto e nel cuore / il tanto lontano, il domani / nel fiume del tempo che scorre”.

 

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Tratto dalla prefazione

[...] Recuperati dalla memoria del poeta, quella vita e quel mondo vengono offerti allo sguardo di chi li interseca  mediante il sottile processo della lettura e da essi riesce a cogliere i riverberi di un’armonia perduta, presagio di possibili vie di salvezza in cui trovare “una maglia rotta nella rete che ci stringe”, mediante l’incanto fiabesco: “Quell’uscio dorato che vedi / risplendere in lontananza / conduce alla casa / del cavallo d’argento”, il fascino della fantasia: “… puoi lasciare quando vuoi / quel tuo mondo troppo serio / dove il mondo va di fretta”, la coscienza dell’impegno: “Possediamo un aquilone / fragile e prezioso: nostro / è il filo che lo trattiene / nella luce”.

Poesia delle radici dunque – che veicola sentimenti ed immagini – ma anche poesia del desiderio di gioia, a dispetto della routine quotidiana che finisce con l’inaridire le facoltà più alte dell’uomo.

Consapevole della fragilità che caratterizza la condizione umana, l’io lirico riflette sul gioco dei rimandi temporali. Navigare “nel mare della vita” produce ineluttabile sperdimento, per la necessità di ‘dover essere’ in un mondo sempre meno vivibile e corrotto in cui non giova lo sterile rimpianto della fanciullezza, che un giorno si è staccata dall’albero delle età come foglie d’autunno. Tuttavia, l’esperienza dello charme vissuto nell’infanzia è fondamentale per trarre vigore morale e stemperare inquietudini e delusioni dell’età matura. Per dare più significato alle nuove stagioni della vita, allora, quale modo migliore che far scivolare l’uno nell’altro i ‘gradini del tempo’ – fino a confonderli e a confondersi – e, come in un gioco, perderlo ogni tanto, il tempo?

Anelito importante questo, per un ritrovato senso dell'esserci; elemento catalitico che dilata la visione rivelando ogni cosa in interessenza col tutto, in un doppio movimento, dentro e fuori dall'anima, dalla cui cruna passano eventi, sentimenti, persone, luoghi, emozioni in un tempo sospeso che non ha inizio né fine, né conosce separazione tra "ora ed allora".

Che sia proprio questa una via di rinascita, possibile leva di speranza per la ricomposizione dell'io bambino e dell'io adulto in un io multiforme, dotato di "occhi e ali d'angelo", in grado di librarsi dove "ogni cosa svanisce e sorride? ".

La metamorfosi è compiuta: l'io lirico ha fatto il miracolo, e pago di ciò intesse un dialogo con tutte le creature per vincere la solitudine e mitigare il dolore dell'esistenza: " ... mi ringraziò / il passerotto con un prolungato cinguettìo", "Luna grande, grande luna, / non andare proprio adesso, / resta ancora ti scongiuro!, "Cristo morto, Cristo risorto, / pure per te c'è posto / nei nostri poveri giochi". Sequenza di vigorose immagini che cercano di dare senso al tutto, fornendo valide risposte alle ansie esistenziali.

Come nelle raccolte già pubblicate, ancora una volta, l'autore traduce le sue visioni in armonie ritmiche, mostrando di continuare a credere nella forza del sogno, nel valore dell' immaginazione, nello slancio generoso dell’idealismo malgrado gli ultimi avvenimenti della storia: le guerre ingiuste: "... un vascello d'ovatta si posa / sulla striscia di Gaza, nelle gole afghane, / sulle valli del Kosovo, / e da una scala di glicini / accoglie nel suo grembo gli sconfitti, /senza distinzione di credo o di razza", la barbarie del terrorismo: "Sguardi a migliaia / trapassati all'istante / nel fuoco. Nella polvere / raccolta in un ampio cratere", la globalizzazione senz'anima: "Chiuso da mura alte, / soffocato dai gas di scarico, / il paese non ascolta, / Moltiplica il danaro, / devia i corsi d'acqua,  /sventra le montagne, / costruisce nuove strade".

Il poeta non vuole arrendersi dunque all'idea del catastrofismo che da più parti si sostiene, e trova conforto in quelle convinzioni che traggono la loro ragion d’essere dal suo pensiero intuitivo: " E pare che abbia fine / quel canto melodioso / ma subito ricomincia / in altro luogo, dove / la rabbia non esiste / e si edifica sulla roccia". Queste convinzioni - frutto della sua religiosità umanistica che crede nella forza e nella bontà dell'uomo - rappresentano un appiglio sicuro, un germoglio di felicità "che sa di brezza odorosa in un calmo mattino d'estate".

Piacevole intrigo di un nuovo itinerario poetico tracciato da Pino Bevilacqua, che non può lasciare indifferente il lettore. Trascinati da metafore ricche di significati simbolici è possibile udire gli echi di un racconto magico dove luna e cielo sembrano a portata di mano: "Ce ne andiamo per i bianchi gradini / delle nuvole. Arriviamo trafelati / ad un passo dalla luna ".

E' possibile godere un affresco poetico che vagheggia un mondo ideale in cui animali cose ed uomini sanno riconoscersi reciprocamente: "Giunsero le rondini. Con ali forti e voglia di narrare trapuntarono l'azzurro ", e trovare parole e gesti adatti a restituire al mondo quell'armonia primigenia che attende solamente... d'essere ricomposta.

Alice Argegno

 

 

 

 

 

 

 

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Ad un passo dalla luna
Editrice “Il Lunario”
Pagine 128, Euro 14,00
Formato 14x21
Presentazione di:
A. Argegno,
Filologa ed esperta
di letteratura per l’infanzia
Il libro è corredato
da dieci disegni
di A. Scroppo