Intervista all'autore a cura di Alain Calò
prefetto Rotary Club Nicosia
1 Perché scrivi? Che cosa rappresenta per te la scrittura?
Alle cose ovvie ho sempre preferito quelle insolite. A questo mondo sono tante le realtà che riescono a stupirci ma non c’è nulla di sorprendente come la vita. Tranne la fantasia e l’immaginazione, tranne la scrittura che, come tutte le arti, può diventare una “Via” verso la scoperta di se stessi.
2 Parlaci del tuo libro.
Un autore non è la sola persona adatta a parlare dei propri libri. A volte meglio di lui possono farlo i critici letterari, oppure quei lettori che nelle storie che egli scrive intravedono significativi brani della loro vita e trovano riprova dei loro desideri più intimi, delle loro emozioni, dei loro sogni. “Sotto i cieli blu degli Erei” molto somiglia a un affresco originale e poetico, nel quale le vite dei protagonisti s’intrecciano con le atmosfere siciliane di metà Novecento descritte mediante una narrazione intrigante e cristallina. Scrivere di quel periodo storico mi ha permesso di fare un viaggio indietro nel tempo e di rivivere chissà quante scene e momenti indimenticabili della civiltà contadina, della quale intendo affermare un valore di presenza importante nella realtà storica e ideale dell’umanità.
3 Con quale spirito, secondo te, dovrebbe approcciarsi il lettore al tuo libro?
Non c’è uomo che a una certa età non provi nostalgia per le cose irrimediabilmente perdute, da qui il desiderio pungente e malinconico di quanto è già trascorso. Immergersi nella lettura di libri come “Sotto i cieli blu degli Erei” può essere un modo per lenire il senso di tristezza e di rimpianto per la lontananza da persone e luoghi cari, o per gli eventi del passato che come per incanto si vorrebbero far tornare indietro. Protagonista del libro è anche la Sicilia, con continui riferimenti al Realismo colorito e magico del mondo mediterraneo, con descrizioni su scorci agresti di sublime bellezza, con acute considerazioni su un’umanità variegata intrisa di fede e valori che affondano le loro radici nella sacralità della terra e delle immagini.
4 Tra le tante tematiche affrontate nel testo, quale in particolare pensi rappresenti il tuo libro? E perché?
Com’è già esplicito nella domanda, diversi temi attraversano le pagine del mio “romanzo di racconti”, ma a primeggiare sono il senso spirituale dell’esistenza, il valore della semplicità, l’etica del sacrificio, la forza della preghiera. E poi: l’onestà, il vigore e la creatività con cui affrontare le tempeste imprevedibili della vita, il desiderio che alberga in ogni cuore di lasciare almeno una traccia del proprio fugace passaggio sulla terra. Ma è l’amore il protagonista assoluto del libro, grazie a cui il mondo è sopravvissuto alle tragedie che in certi periodi hanno segnato la storia umana.
5 Che cosa pensi dei libri commerciali? Un testo come il tuo è per certi versi “controcorrente”. Punta più alla qualità che a una mera quantità di vendita a differenza di come, purtroppo, accade oggi.
Difficilmente leggo libri commerciali, destinati a durare quanto una primula fuori stagione. Tuttavia ognuno è libero di scrivere ciò che vuole, non spetta a me giudicare. La mia idea di scrittura è un’altra e prescinde dal successo di critica e di pubblico. Un bel libro deve entrare in relazione profonda mediante un dialogo silenzioso con chi lo legge, sensibilizzandone la coscienza, edificandone lo spirito, accendendone la fantasia. Ma altresì i libri devono prendere delicatamente per mano i lettori regalando loro qualche ora di svago e di dolce ristoro e, perché no, fare da guida e da sprone per rintracciare la recondita vocazione che ognuno si porta scolpita dentro.
6 Parlaci dei tuoi progetti letterari futuri.
Ormai da diversi mesi sto lavorando per affinare l’ultima stesura di un nuovo libro di narrativa, “Di tanti sospirati sogni”, che assieme a “Sotto i cieli blu degli Erei” e al romanzo “Il ritorno” chiuderà la trilogia “D’altri tempi quando” sul tema della nostalgia dei giorni andati, a cura della nota Casa editrice “Qanat” che da anni mi ha accolto fra i suoi autori più importanti dando ampio respiro alla passione che nutro per la scrittura. Nel cassetto ho inoltre la bozza primigenia di una silloge di poesie di cui per ora non intendo svelare i particolari. All’inizio della mia carriera, ho pubblicato cinque volumi di liriche e questa nuova incursione nell’affascinante campo della “musa dalla bella voce” mi intriga non poco. Quando si scrive, si prova ad aggiungere qualche pietra d’angolo all’interpretazione consapevole del proprio sé e, nel mentre si procede nella narrazione poetica e letteraria, la fatica e il logorio del ricercare la bellezza della parola ti aiuta a scorrazzare per le stanze del linguaggio dell’essere che vedo, ispirandomi alla lezione dell’esistenzialismo heideggeriano, come una casa circondata dalla meraviglia della natura, un luogo dove ritrovare quella bellezza che la vita reale spesso sottrae e nasconde. Sarò pure un ingenuo ma mi chiedo, e chiedo anche a voi, amici interessati ai libri, che cosa può esserci di più bello che scorrazzare per le stanze di quella casa e per le radure erbose che la circondano, costellate di fiori variopinti e rallegrate da un incessante volar di farfalle?